IN A MATHEMATICIAN'S GARDEN

1995,  quilt a doppio diritto, cm 280 x cm 274

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Materials: cotone, seta, rayon.
Technique: metodo carta freezer, applique a mano,  quilting a mano.
In una lettera ad un amico, il matematico F. Gauss scriveva della matematica “che aveva arricchito” la sua vita “con così tante gioie”. Potrebbe sembrare un tantino esagerato per chi non ha avuto un buon rapporto a scuola con la matematica. Studiando la matematica ho imparato ad apprezzare  questa disciplina e a ricavarne soddisfazioni.
E’ stato per via della Matematica che nel 1991 io e mio marito ci siamo trovati a vivere nelle vicinanze di un castello del diciannovesimo secolo, l’Istituto  Mittag-Leffler , in un sobborgo di Stoccolma, Svezia. L’Istituto era popolato di matematici, c’erano poche presenze femminili e nessuna altra quilter (tant’è che un bel giorno fui accusata da un matematico, non estraneo alle occupazioni di una  quilter, niente meno che di avere tinto il suo bucato!). Stavo molte ore a fare quilting accanto alla finestra che si affacciava sul parco dell’ Istituto. Un giorno notai un visitatore particolare che camminava assorbito dai suoi pensieri. La sua espressione assorta mi ha fatto capire che in realtà camminava nel suo  “giardino della matematica”.
Allo stesso tempo mi capitò di sfogliare un libro “Mathenatica” di Stephen Wolfram con delle belle figure matematiche tridimensionali generate da un computer. Ho pensato che quelle figure potevano essere una approssimazione di quel giardino della matematica in cui quel visitatore  e molti altri matematici si trovano ogni giorno immersi. A quel punto ho pensato di creare la mia quilt “Nel Giardino del Matematico”.
La prima sfida è stata quella di accumulare le centinaia di stoffe dai colori in gradazione da abbinare ai colori generati dal computer delle figure geometriche. Ancora più importante era mettere insieme tanti tipi diversi di stoffe, come rayon, viscosa, seta per ottenere diversi tipi di luminosità, un effetto che nemmeno il computer potrebbe produrre. Senza spendere una fortuna, in un negozio di fodere nel centro di Firenze  mi sono fatta tagliare centinaia di strisce da praticamente ogni rotolo di stoffa, lasciando il commesso letteralmente esterefatto! Inevitabile passeggiando a Firenze, non lontano dal “Palazzo delle Arti delle Lane”,lo storico centro della corporazione delle Arti della Lana ai tempi della Firenze Rinascimentale, capitare di fronte alla vetrina di qualche elegante negozio di stoffe (purtroppo, ad oggi ne è sopravvissuto solo uno  in Via de Pecori) e cedere alla tentazione di concedersi qualche metro di sete dai colori sgargianti per il bordo della quilt o qualche metro di costosa organza cangiante.
Le due superfici  di organza che ho lasciato cadere liberamente, si connettono con le tre superfici matematiche. Per me  queste cinque superfici sono una rappresentazione di come dal caos nasce l’ ordine, e viceversa, in matematica.
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Tutte queste superfici colorate sembrano muoversi in uno spazio nero vuoto ma in realtà se ci avviciniamo, si scopre un disegno a spirale trapuntato definito matematicamente come un piastrellamento monoidrale non periodico del piano.
Dall’ altra parte della quilt, all’ interno del bordo piastrellato, ci sono tre superfici centrali la cui forma potrebbe sembrare casuale. In realtà sono visualizzazioni, in tre casi speciali,di una equazione matematica nota come Ultimo Teorema di Fermat, un problema rimasto irrisolto per oltre 300 anni. Nel 1637 Fermat scrisse frettolosamente ai margini della sua copia “Arithmetica di Diophantus” che non esistono tre interi tali che il primo moltiplicato per se stesso n volte sommato al secondo moltiplicato per se stesso n volte,sia uguale a un terzo moltiplicato per se stesso n volte, (dove n è un qualunque numero maggiore di 2). Sfortunatamente, non c’era abbastanza spazio per Fermat per scrivere la dimostrazione, che fù lasciata all’immaginazione dei matematici a venire. Nel 1995, dopo sette anni di strenua ricerca, Andrew Wiles, un professore della Princeton University, scrisse un articolo di 200 pagine che come corollario include la risoluzione di questo mistero durato secoli. Anche la stampa mondiale dette ampio spazio a questa impresa.
La mia quilt è commemorativa, anche se quando l’ ho iniziata non avevo alcuna idea della imminente dimostrazione. La quilt è stata finita nello stesso anno e nello stesso luogo in cui è stato dimostrato l’Ultimo Teorema di Fermat! Lungo il bordo della superficie più grande ho ricamato i nomi di Fermat e Wiles, con gli anni della scoperta e della dimostrazione del teorema.
La quilt è ora parte della collezione permanente d’arte della Università Ebraica di Gerusalemme.
 
http://www.math.huji.ac.il/info/machon_pic.html